In questo e nel prossimo post post ti mostreremo come vengono calcolati gli indennizzi a carico delle compagnie telefoniche nelle decisioni del Corecom e ti daremo alcuni consigli utili nel caso in cui intendi fare ricorso.

Abbiamo visto nei giorni scorsi, come lo strumento del ricorso al Corecom possa essere molto efficace a combattere i soprusi degli operatori telefonici.
La delibera n. 35/10/CRL che abbiamo commentato, in particolare, ha condannato Infostrada – Wind al un congruo risarcimento (quasi 6.000 €) per un caso tutto sommato abbastanza ordinario di ritardo / mancata attivazione della linea telefonica e ADSL.

Abbiamo visto anche che il Corecom pretende prove certe e circostanziate delle motivazioni addotte come scusanti dagli operatori: non basta più ad esempio, che questi dicano “è colpa del cliente che non ha voluto più procedere con l’attivazione”, ma bisogna allegare documenti che inequivicabilmente dimostrino tutto ciò.

Abbiamo anche dato 3 consigli pratici, alla fine del post, utili a chiunque voglia proporre un ricorso al Corecom per ottenere un risarcimento importante.

Ora approfondiamo l’analisi di quella sentenza per vedere in dettaglio per quali singoli punti del ricorso il Corecom abbia calcolato l’indennizzo e come abbia potuto superare gli stessi massimali (cioè la misura massima dell’indennizzo erogabile) previsti dal contratto stipulato con l’operatore.

I) il ritardo nell’attivazione della linea telefonica

La carta dei servizi Infostrada – Wind prevedeva un indennizzo massimo di € 5,16 per ogni giorno di ritardo fino a un massimo complessivo di € 100.

 

Ebbene, tale massimale è stato ritenuto non sufficiente dalla stessa Autorità Garante, che ha sancito che l’indennizzo va calcolato in base agli effettivi giorni di disservizio, a prescindere dal massimale previsto dal contratto (Delibera AgCom 67/10/CIR).

 

Dunque nel caso della sentenza del Corecom Lazio, Infostrada avrebbe dovuto attivare la nuova linea entro 60 giorni lavorativi dal momento dell’accettazione scritta di Infostrada della richiesta di attivazione del cliente. L’attivazione invece è avvenuta ben 8 mesi dopo la richiesta (e solo per la linea voce, perchè l’attivazione dell’ADSL continuava a tardare).

Dunque il totale dell’indennizzo calcolato dal Corecom è ammontato a ben 2389,08 € ottenuto moltiplicando i 5,16 € previsti dal contratto per i 463 giorni di ritardo

II) il ritardo nell’attivazione della linea ADSL

Qui i giorni di ritardo, al netto delle festività, ammontavano a 478 che moltiplicati per i 5,16 € di indennizzo giornaliero fanno 2.466,48 €.

 

III) mancata risposta ai reclami

L’Autorità Garante ha sancito (delibera 179/03/CSP) che la risposta al reclamo del cliente deve essere fornita per iscritto entro il termine indicato nel contratto (45 giorni nel caso della Carta Servizi Infostrada – Wind) e deve essere adeguatamente motivata (non basta dunque far cenno a non meglio specificati “problemi tecnici”).

In altra delibera, inoltre, l’Autorità ha pure specificato la misura dell’indennizzo: 2 € per ogni giorno di ritardo con un minimo di 20 € e un massimo di 400 €.
Ebbene nella decisione esaminata in questo post il Corecom Lazio ha addirittura ritenuto troppo basso il tetto di 400 €, condannando Infostrada a ben 800 € di indennizzo per il solo per il fatto di non aver risposto per iscritto al reclamo del cliente.

IV) Spese di procedura

Infostrada è stata pure condannata a rimborsare all’utente le spese sostenute per il tentativo di conciliazione, che vengono fissate in 200 €.

Nel prossimo post, i consigli per gestire con successo il proprio ricorsi al Corecom.

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pacco di soldi