Prima di illustrarti cos’è e come funziona e come non pagare le rate residue TIM, ecco qui sotto il modulo con il quale richiedere la nostra consulenza gratuita su come liberarsi e ottenere il rimborso di queste odiose e incomprensibili rate.

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CHE COSA SONO LE RATE RESIDUE TIM

Le rate residue TIM, solitamente addebitate dopo il recesso (disdetta) della linea, altro non sono che servizi/accessori presenti nella nostra offerta telefonica, che solitamente paghiamo a rate in ogni fattura e che, in caso di disdetta, vengono accorpate in un unica rata finale, addebitata in una sola fattura (l’ultima che riceveremo da TIM).

Ecco un esempio, visualizzabile nella fattura indicata qui sotto:

Come puoi vedere, i costi addebitati da tim nella c.d. “fattura finale” sono diversi:

  • costo disattivazione per migrazione
  • addebito modem TIM HUB+: n. rate residue
  • TIM super rata residua costo di attivazione

Ed ecco un altro esempio, stavolta contenuto in una fattura ordinaria:

Qui è possibile vedere che la “rata modem” da 5 € è la numero 22 di 48 rate totali del modem acquistato con l’offerta Premium.

BISOGNA PAGARE LE RATE RESIDUE TIM?

Non sempre. Ogni caso va ovviamente analizzato con attenzione, ma non è detto che il cliente debba pagare le rate residue.

Certamente, laddove siano presenti in fattura, il cliente TIM le ha accettate all’atto della stipula del contratto di telefonica (che può avvenire, lo ricordo, anche con una semplice registrazione telefonica). Ma non è detto che queste rate siano conformi alla legge e quindi dovute.

Ad esempio, riguardo le rate residue del modem, per legge l’utente deve essere sempre libero di scegliere l’alternativa di utilizzare un modem di proprietà in alternativa a quello imposto dall’operatore o, comunque, di poter scegliere un servizio “base” senza vincoli superiori ai 12 mesi. E il modem TIM, in molte offerte tuttora in essere, lega l’utente all’operatore per 48 mesi, come è visibile dalle copie delle fatture riportate sopra.

LE RATE RESIDUE TIM SONO LEGALI?

In ogni caso, le rate residue TIM costituiscono sempre una violazione della legge se:

1) il contratto TIM stipulato prevede un vincolo superiore alle 24 mensilità. Di solito i contratti TIM premium, ad esempio, prevedono un vincolo per ben 48 mesi. L’art. 80 comma 4 quater del vecchio Codice delle Comunicazioni Elettroniche, infatti, prevede il divieto di previsioni contrattuali che impongano un periodo di impegno iniziale superiore ai 24 mesi.

2) se l’operatore non ha, al momento dell’acquisto del servizio, formulato al cliente una proposta alternativa che preveda un vincolo contrattuale massimo di 12 mesi. La normativa AGCOM, infatti, prevede che l’operatore presenti sempre, in ogni offerta commerciale, una alternativa tariffaria “base” con vincolo superiore a 12 mesi per consentire agli utenti che vogliano mantenersi liberi, di poter recedere senza costi e penali dopo un periodo di tempo ridotto. Quando questo non avviene, l’operatore ha violato la normativa a tutela della trasparenza e della correttezza commerciale imposta dalla legge e, di conseguenza, arreca un danno ingiusto che dà diritto di risarcimento all’utente violato.

3) se l’operatore non ha comunicato con chiarezza e completezza l’offerta proposta al cliente, che non ha avuto modo, pertanto, di comprendere gli elementi essenziali della proposta, come ad esempio il periodo minimo di vincolo contrattuale, i costi del recesso anticipato, il costo dei servizi accessori (come il modem TIM HUB+), nè di capire in cosa consistono esattamente e la loro durata. Come è facile intuire queste informazioni fondamentali vengono raramente veicolate se il contratto è attivato attraverso un call center telefonico, che ha interessi a concludere una vendita veloce, piuttosto che fornire al cliente tutti gli elementi necessari a una valutazione ponderata della idoneità delle condizioni contrattuali alle specifiche esigenze del cliente. Nè la cosiddetta “welcome letter” (cioè la email contenente il contratto o il riepilogo dell’offerta che di solito il cliente riceve dopo la registrazione telefonica) può considerarsi sufficiente ai fini del corretto espletamento degli oneri informativi posti dalla legge a carico del contraente forte (l’operatore telefonico).

IN COSA CONSISTE IL DANNO CAUSATO DALLE RATE RESIDUE TIM?

I danni causati dalla dall’applicazione illecita dei vincoli di servizi/accessori TIM a 48 rate possono essere diversi.

Innanzitutto, se l’utente ha stipulato il contratto contenente il servizio a 48 rate (ad es. il modem) senza che gli si fosse prospettata l’alternativa di un contratto che NON la contenesse, al fine di consentirgli la libertà di scegliere tra un contratto molto vincolante (48 mesi!) e un altro poco vincolante (12 mesi), egli ha subito il danno evidente di… pagare un importo superiore rispetto (e cioè quello pagato per il contratto inclusivo del modem TIM) a quello che avrebbe pagato se avesse optato per il contratto base.

Un altro danno subito dal cliente è quello derivante dall’essere stato costretto a firmare un contratto che non gli consente la libertà di disdire e cambiare operatore prima dei 48 mesi del vincolo, a meno di non pagare ingenti costi di disattivazione, penali o rate residue del servizio TIM, che in totale possono arrivare a svariate centinaia di euro. Anche in questo caso l’utente subisce il danno economico derivante dall’essere vincolato a un offerta più costosa rispetto alle altre che avrebbe potuto scegliere come alternativa, solo se fosse stato libero di disdire e cambiare operatore.

COSA POSSO FARE EVITARE DI PAGARE LE RATE RESIDUE TIM?

TIM è stata sanzionata più volte per pratiche commerciali scorrette riguardanti per l’offerta di rete fissa servizi come quelli legati alla fornitura o assistenza del modem TIM, sia per averla attivata “a tradimento”, cioè senza un’adeguata informativa commerciale, corretta e trasparente, sia per aver fatto pagare gli utenti soldi per disattivare questo servizio o passare ad altro piano.

In particolare, questa ordinanza-ingiunzione dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) sanziona TIM per aver adottato pratiche commerciali scorrette in relazione all’applicazione di offerte che prevedevano vincoli superiori alle 24 mensilità e/o la proposizione di modem in acquisto a rate in maniera troppo “aggressiva”,

In un prossimo post commenteremo questa importante ordinanza e vedremo come possiamo applicarla al nostro caso di disservizio, al fine di ottenere l’annullamento dei costi relativi alle rate modem TIM HUB.

Intanto, le motivazioni espresse in questa ordinanza, le stesse che ho usato nel post per spiegare l’illegittimità degli addebiti delle rate residue TIM, ci hanno consentito di ottenere per i nostri clienti numerosi annullamenti di fatture contenenti gli addebiti TIM, sia quando richiesti in un’unica soluzione in seguito a disdetta della linea prima dei 48 mesi di durata minima, sia quando presenti come rate singole nelle fatture ordinarie.

Se anche tu hai riscontrato in fatture rate del modem TIM e vuoi liberatene o evitare di pagarle, chiedi la nostra assistenza senza costi compilando il modulo che segue: ti ricontatteremo subito per spiegarti come potremo aiutarti.

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RATE RESIDUE TIM : VIDEO GUIDA CHE TI SPIEGA COS’E’ E COME TUTELARTI

Infine, ti propongo questa registrazione della diretta trasmessa sul nostro canale, dove vedremo come e perchè si può ottenere il rimborso dei soldi indebitamente sottratti dagli operatori telefonici, incluso TIM, e risponderemo a tutte le domande che ci hanno posto gli ascoltatori durante la live. La diretta come vedrai si riferisce a penali e costi di disattivazione applicati in seguito alla disdetta di un contratto TIM, ma le considerazione svolte nella diretta sono applicabili a tutti gli operatori..

Se hai bisogno di assistenza compila il modulo all’inizio dell’articolo e ti ricontatteremo in men che non si dica.

Oppure, scrivi la tua domanda inviando una mail a aiuto@bastabollette.it e ti risponderemo nella nostra prossima diretta, che potrai seguire iscrivendoti al nostro canale youtube qui e cliccando sulla campanella!

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Nota: L’art. 80 del codice è stato poi trasposto nel nuovo art. 98-septies decies dal decreto legislativo 8 novembre 2021 , n. 207.