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Le insidie dell’operazione di Trasloco Fastweb

Capita spesso di dover trasferire la propria utenza telefonica da un indirizzo a un altro, per svariati motivi. Dai privati che semplicemente cambiano casa, alle attività commerciali, passando per i professionisti che spesso hanno bisogno di trasferirsi presso nuovi locali per esigenze lavorative. Una pratica semplice che spesso si trasforma in un vero e proprio calvario per alcuni clienti (in questo post, vi spieghiamo come tutelarvi in “quattro mosse”), che si ritrovano a dover rinunciare alla propria utenza per attivarne una nuova, causa l’impossibilità di alcune compagnie telefoniche di trasferire la vecchia linea presso la nuova postazione fissa richiesta dal cliente. Questo, ciò che accade nel migliore dei casi. E invece sovente, gli utenti sono vittima di ritardi e cattive gestioni delle pratiche che sfociano in disservizi pesanti ai loro danni: vista l’importanza che riveste la connessione ADSL e il numero di telefono oggi (in tantissimi casi utilizzati per scopi professionali), non è difficile stimare il disagio che tale ritardo può creare a un utente o, ancor di più, a un professionista o commerciante costretto a rinunciare alla rete internet, a volte, anche per alcuni mesi. In questo post, vi rendiamo partecipi della vicenda di una nostra tesserata che, grazie alla nostra assistenza, è riuscita a ottenere l’attivazione della linea e il rimborso di tutte le fatture indebitamente pagate.

La richiesta di trasloco e l’iter per l’allaccio della nuova linea

La vicenda di una nostra tesserata, che per esigenze di riservatezza chiameremo Bianca, potrebbe essere comune a molti casi vissuti da numerosi utenti, che si sono ritrovati a dover gestire i ritardi legati all’attivazione di una linea telefonica a seguito di una richiesta di trasloco. Il caso specifico riguarda un ritardo nel trasloco fastweb (un altro caso simile da noi gestito, in questo post), ma la problematica è la medesima che anche gli utenti di altre compagnie telefoniche (come Infostrada, Telecom, Tiscali, Teletu, Vodafone) potrebbero dover subire. La storia di Bianca, complessa e particolarmente intricata negli sviluppi, ha inizio quando decide di traslocare da una provincia all’altra. Per ricevere informazioni sulla richiesta di trasloco, decide allora di rivolgersi al Servizio Clienti di Fastweb.

L’operatore, vista la diversa provincia, informa Bianca della necessità di fare disdetta dell’attuale contratto per poterne richiedere uno nuovo. A questo punto, la signora riceve una telefonata dalla Fastweb in cui veniva informata dell’inutilità della disdetta: avrebbe dovuto fare una semplice richiesta di trasloco (in questo post, una guida su come agire in caso di problemi con Infostrada). In quest’occasione, l’operatore offre una riduzione di canone abbastanza sostanziosa e, una volta verificata la copertura presso la nuova utenza, Bianca decide di accettare l’offerta e di compilare il modulo di trasloco che nel frattempo l’operatore le aveva inoltrato. Convinta che tutto sia andato per il meglio, Bianca lascia la sua abitazione (adibita anche a ufficio) e porta con sé il vecchio modem. Una volta giunta alla nuova abitazione, Bianca viene informata dal tecnico della Telecom dell’assenza di una cassetta di alimentazione che sarebbe stata necessaria per l’attivazione della nuova linea, fatto discordante con quanto sostenuto dall’operatore Fastweb, che aveva rassicurato la signora dicendole che, addirittura, presso quell’utenza, era già presente una linea Fastweb. Il tecnico Telecom lascia Bianca con la promessa di informare la Telecom sulla vicenda della cassetta di alimentazione.

Il reclamo e l’udienza di conciliazione

Dopo una serie di telefonate al Servizio Clienti, alle quali non riceve risposta, decide di inviare raccomandata A/R per reclamare l’immediata attivazione dei servizi. Due mesi dopo, Bianca viene informata dell’imminente attivazione della sua linea. Da quel momento, Bianca attende l’attivazione della linea, che non avviene a causa di presunte irregolarità amministrative, poi smentite in fase istruttoria dai consulenti di Bastabollette. La signora decide allora di ricorrere al Corecom di competenza e, a seguito dell’udienza di conciliazione, scontrandosi con gli agguerriti avvocati della Fastweb che opponevano alle sue richieste normativa e giurisprudenza a lei ignote, si scoraggia, non è per niente soddisfatta del risultato ottenuto: anzi, ritiene di aver concluso con un nulla di fatto e visti i 164 giorni di disservizio subiti, decide di rivolgersi alla nostra Associazione per richiedere supporto in vista dell’udienza di definizione.

L’Associazione Bastabollette chiede e ottiene la totalità delle richieste dell’utente

Una volta richiesti i documenti utili alla valutazione del caso, la nostra Associazione ha deciso di fornire supporto a Bianca, tramite la preparazione del modello GU14. Dopo aver ribattuto agli avvocati di Fastweb con le nostre memorie di replica, gli stessi si sono confrontati con i nostri legali in udienza di definizione. Abbiamo confermato le nostre contestazioni e richieste e, al termine del procedimento di definizione abbiamo ottenuto il rimborso di tutte le fatture indebitamente emesse e pagate dall’utente, l’annullamento dei costi di trasloco e l’allaccio della linea presso la nuova utenza, ottenendo anche il pagamento delle spese legali in cui la signora era incorsa per la tutela dei suoi diritti (in questo post, il commento a due delibere delle Autorità su questo tema).

Se anche tu hai vissuto una situazione simile o hai subìto un ritardo nel trasloco Fastweb (o un ritardo nel trasloco Telecom, Infostrada o TeleTu o di qualsiasi operatore di rete fissa), non esitare a contattarci per ricevere assistenza gratuita. Compila il modulo presente su questa pagina (oppure clicca qui) oppure invia una mail ad aiuto@bastabollette.it.