A distanza di anni dall’approvazione della Legge Bersani, i costi di disattivazione continuano a essere al centro di infuocate polemiche.

Prima del 2007, gli utenti che decidevano di esercitare il diritto di recesso potevano farlo, senza incorrere in una penale, con un preavviso di almeno due mesi rispetto alla scadenza naturale del contratto.

L’introduzione del Decreto Bersani ha comportato il divieto d’applicazione – a seguito della disdetta Fastweb (o altri operatori come Telecom, Infostrada, Vodafone o Teletu) – di qualsiasi costo aggiuntivo che non rientri in determinate spese sostenute dall’operatore per rescindere il contratto.

Eppure, sono numerosi i consumatori che continuano a lamentare la richiesta di costi di disattivazione, spesso troppo elevati rispetto al canone d’abbonamento.

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La legge ha abolito le penali applicate a seguito della disdetta Fastweb ma, in realtà, l’operatore (così come i suoi concorrenti) ha approfittato dell’art. 1 c. 3 del decreto, che prevede l’applicazione di una tariffa di chiusura a titolo di rimborso per le spese sostenute dal gestore a seguito della cessazione dei servizi.

Di fatto, quelle che prima si chiamavano penali, oggi sono identificate nei costi di disattivazione.

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L’effetto immediato dell’odiosa gabella è quello di scoraggiare l’utente a dare disdetta Fastweb. Per questa ragione, le associazioni a tutela dei consumatori, come Bastabollette, stanno portando avanti una battaglia per l’abolizione dei costi di disattivazione.

Ma questi costi, vanno pagati oppure no? La risposta è in teoria si, ma in pratica no. Approfondiamo la complessa questione.

Ciascun operatore, in questo caso Fastweb, deve sottoporre all’attenzione dell’Autorità tutti i costi sostenuti per la disattivazione del servizio, che devono essere contestuali alla tipologia di linea per la quale si richiede il recesso dal servizio. Tutti questi costi devono essere oggettivamente dimostrabili.

L’incidenza dei costi di disattivazione per la disdetta Fastweb dipende dal contratto che l’utente ha stipulato con il provider di telefonia. Nel caso di Fastweb possono arrivare fino a 119 €. Ecco un prospetto con tutti i costi dovuti in caso di recesso:

OperatorePreavviso disdettaCosti di disattivazione*
Wind Infostrada30 giorni
  • 35 € per disdetta con rientro in TIM o migrazione verso altro operatore;
  • 65 € per recesso su rete Infostrada;
  • 65 € per linee voce e ADSL (anche in VoIP) con rete di accesso TIM;
  • 50 € per la sola linea voce.
TIM (Telecom Italia)15 giorni
  • 35,18 €;
  • 99 € per TuttoFibra, TuttoFibra Plus e Internet Fibra.
Fastweb30 giorni
  • 51,97 € per migrazione con apparecchi non di proprietà di proprietà del cliente;
  • 86,13 € per cessazione con apparecchi non di proprietà del cliente;
  • 41,48 € per migrazione con apparecchi di proprietà del cliente;
  • 76,37 € per cessazione con apparecchi di proprietà del cliente.
Vodafone30 giorni
  • 35 € per rientro in TIM o altro operatore;
  • 70 € per cessazione (ADSL) e 60 € per le linee Fibra.
Tiscali30 giorni
  • Con tecnologia ULL: 43,36 per passaggio ad altro operatore, 84,69 € per cessazione (solo ADSL); 33,27 per passaggio ad altro operatore e 84,69 per cessazione (solo telefono); 43,36 per passaggio  ad altro operatore e 84,69 € per cessazione (ADSL + Telefono).
  • Con tecnologia Bitstream e WLR: 26,22 per passaggio ad altro operatore e 74,22 per cessazione (per ADSL); 26,22 per passaggio ad altro operatore e 40,33 per cessazione (solo telefono); 43,36 per passaggio ad altro operatore e 74,62 € per cessazione (ADSL + telefono).
Mediaset Premium30 giorni8,34 €
Sky30 giorni11,44 €

 

L’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha specificato che i costi di disattivazione vanno specificati in maniera chiara nelle proposte commerciali, sul sito ufficiale della compagnia e nelle Condizioni Generali di Contratto.

Le linee Guida Agcom della Direzione Tutela dei Consumatori chiariscono punto per punto i casi in cui si applica la Bersani.

Sono soggetti ad abolizione delle penali tutti i contratti per adesione, ovvero tutti quelli per i quali l’utente può firmare o non firmare senza poter apporre alcuna modifica.

Sono esclusi dal Decreto, invece, quelli in cui non ricorre la fattispecie del contratto per adesione ossia quelli in uso per la fornitura di servizi alla clientela business di maggiori dimensioni, nei quali le clausole sono negoziate. Le già citate linee Guida Agcom mettono in evidenza i requisiti per l’applicazione, in particolare:

  • L’utente deve poter conoscere la facoltà di recesso senza vincoli temporali dalla lettura del contratto, pertanto il consumatore (o cliente aziendale) può esercitare il diritto di recesso in ogni momento, fermo restando che la durata minima contrattuale è inderogabile esclusivamente per l’operatore. Il consumatore, ancora dalla lettura del contratto, deve conoscere i costi eventualmente dovuti in caso di disdetta del contratto;
  • L’operatore deve procedere alla disattivazione entro 30 giorni dalla richiesta;
  • L’utente non deve versare alcuna penale per il recesso dal contratto, fatti salvi i costi che l’operatore ha facoltà di applicare per eventuali spese sostenute a seguito delle operazioni di disdetta;
  • Tutti i costi devono essere effettivamente dimostrabili;
  • I costi di disattivazione, comunque, non sono mai dovuti per i casi di passaggio da un operatore a un altro (c.d. “migrazione” o “portabilità”).

Vediamo ora come non pagare gli antipatici costi di disattivazione.

Se avete ricevuto, dopo aver dato disdetta, una fattura in cui Fastweb vi richiede i costi di disattivazione, procedete in questo modo:

  • Inviate un reclamo scritto, in cui contestate l’applicazione dei costi aboliti dalla Legge Bersani, tramite raccomandata A/R a FASTWEB S.p.A. – Casella Postale 126 – 20092 Cinisello Balsamo (MI) oppure inviate un fax al numero 02454011077 o ancora potete reclamare con una PEC all’indirizzo fastwebspa@legalmail.it. Nel testo del reclamo, richiedete che l’operatore giustifichi la natura dei costi applicati;
  • Conservate con cura gli avvisi di ricevimento della raccomandata e della PEC. Se invece avete reclamato via fax, conservate il rapporto d’invio;
  • Inviate la copia del vostro reclamo all’indirizzo aiuto@bastabollette.it. Annotate il numero del ticket che troverete nella mail di risposta;
  • Se Fastweb continua a pretendere i costi di disattivazione, rispondete alla mail precedente spiegandoci la vostra situazione. I nostri consulenti vi offriranno assistenza legale gratuita per il ricorso al Corecom, grazie al quale questi costi verranno stornati.

AGGIORNAMENTO MAGGIO 2017: Ci sono state recentemente alcune decisioni AGCOM che hanno nuovamente spostato il pendolo verso una maggiore tutela degli utenti, aprendo nuove interessanti possibilità di vedersi annullati e rimborsati i costi di disattivazione. Dunque questa ultima  muta la direzione (finalmente!) sfavorevole ai consumatori, presa a seguito della sentenza del Consiglio di Stato 1442/2010 e al conseguente adeguamento della condotta di Agcom. Per maggiori informazioni, consultare l’articolo con i nostri aggiornamenti che trovate cliccando su questo link. Per questo motivo,ti invitiamo a rivolgerti a noi per usufruire della nostra assistenza gratuita per l’annullamento e il rimborso di questi costi, compilando il modulo qui sotto.

Se nonostante tutto vuoi procedere da solo al chiedere la disdetta del contratto (cosa che ti sconsigliamo, vista che puoi approfittare della nostra consulenza qualificata gratuita semplicemente compilando il modulo qui sopra) allora qui sotto puoi scaricare il modulo da utilizzare:

Scarica qui il modulo speciale per il reclamo Fastweb elaborato dai legali di Bastabollette.