Polizza vita a protezione di un mutuo per l’acquisto della casa:

  • perché le banche c’e la propongono così spesso?
  • a cosa serve esattamente?
  • possiamo recedere dalla polizza e farci restituire il premio non goduto?

Tutto questo e i consigli per evitare sorprese e fregature nella puntata di oggi. Ascoltala cliccando qui sotto:

Che cos’è la polizza vita a protezione del mutuo?

Per capire cos’è la polizza vita facciamo subito un esempio pratico.

Mettiamo che Franco debba acquistare la sua casa e per questo va in banca per accendere un mutuo.

La pratica va a buon fine e Franco acquista la casa.

Comincia a pagare le prime rate.

Va avanti così per qualche anno finché Franco, poverino, perde il lavoro!

E’ un dramma, perché Franco non può più pagare le rate del mutuo.

Cosa succede a questo punto?

La banca non vuole aspettare, vuole il pagamento del suo mutuo!

E se Franco non può pagare… rischia di perdere la casa!

La casa, infatti, viene sempre ipotecata quando si accende un mutuo. Quindi l’azione più naturale che la banca può fare per tutelare i suoi interessi è procedere all’azione esecutiva per pignorare l’immobile ipotecato e quindi diventare proprietaria della casa, per poi magari venderla all’asta per recuperare il denaro necessario per ripagare quanto rimane del mutuo.

Ebbene, per evitare tutto ciò Franco può accendere insieme al mutuo una polizza assicurativa che si chiama “CPI” (Creditor Protection Insurance) o “polizza vita” che è destinata proprio a proteggere il pagamento delle rate del mutuo da eventi straordinari come quello della perdita del lavoro o altri eventi relativi alla vita del mutuatario.

Quindi è uno strumento tutto sommato positivo e che ci può essere molto utile in casi di necessità. Tuttavia è uno strumento che presenta molte insidie, e che va pertanto studiato e conosciuto molto bene.

Vediamo insieme tutti questi aspetti nella puntata del podcast.

Che significa CPI?

Cominciamo innanzitutto col dire che cosa significa esattamente CPI.

CPI è un acronimo inglese che sta per “creditor protection insurance”, cioè assicurazione a protezione del creditore. Che poi è la banca!

Il termine “polizza vita”, infatti,  cioè il termine solitamente adottato dal funzionario della banca che la propone insieme al mutuo, non è probabilmente quello più indicato, perchè non esprime esattamente il concetto alla base di questa polizza.

Se noi clienti leggiamo “polizza vita”, infatti, siamo naturalmente portati a pensare che ci stiano proponendo un’assicurazione che copra la nostra persona o la nostra famiglia da eventi dannosi.

Ma così non è.

Infatti il più preciso termine CPI (creditor protection insurance) lascia intendere meglio che in realtà questa polizza è a garanzia del creditore e quindi a protezione del mutuo erogato dalla banca.

La polizza, infatti serve proprio a garantire che il mutuo continua a essere pagato anche in caso di eventi straordinari che rendano difficile o impossibile per il debitore continuare a onorarlo.

La polizza vita, in altri termini, serve a tutelare il mutuatario da rischi che possano compromettere la capacità di rimborsare il debito (es: invalidità, malattia grave, morte, perdita di impiego, etc…).

La polizza vita  a copertura del mutuo è obbligatoria?

No.

Il mutuatario ha facoltà (non obbligo) di stipulare tali polizze scegliendo sul mercato la soluzione che più si addice alle sue necessità.

A volte però sono le banche a “piazzare” polizze dal costo esorbitante e con premio unico anticipato. Ciò non deve sorprendere, dato il loro enorme potere contrattuale con i clienti.

Proprio per mitigare questo strapotere, il legislatore è intervenuto, negli ultimi anni, con normative volte a tutelare, o sarebbe meglio dire tentare di tutelare, il consumatore – cliente.

Quali sono le tutele previste dalla legge per il cliente?

Nel caso di proposta di polizza vita a copertura del mutuo adesso, in seguito alle numerose innovazioni normative a tutela del consumatore:

  • le banche sono tenute a presentare almeno 2 diversi preventivi, riportando un prodotto di terze parti, in modo che il cliente possa confrontare agevolmente la proposta della propria banca con altre concorrenti;
  • il proponente la polizza è obbligato a fornire nel foglio informativo il TAEG, includendo nello stesso, il costo della polizza CPI.

Quanto costa la polizza vita?

Il costo del premio della polizza vita dipende dalle caratteristiche e dalle garanzie offerte dalla stessa.

In genere si parte da un 2% dell’importo erogato per il mutuo per una semplice protezione vita (cioè quella volta a garantire il solo evento del decesso) per arrivare al 10% dell’importo erogato per i casi più completi di protezione (perdita di lavoro, infortunio, ecc.).

Quasi sempre le polizze sono attraverso un premio unico e anticipatamente.

E’ importante sapere che il premio unico anticipato include la provvigione che la Banca ottiene per le vendita del prodotto assicurativo che, in alcuni casi, può arrivare a superare il 45% del premio!

E’ come se andassimo dal concessionario auto a comprare una utilitaria che costa 15.000 € e poi scoprissimo che il venditore si becca 7.000€ di quei 15.000, per il solo fatto di avercela venduta! Spiacevole, vero?

Come si paga la polizza vita

Si paga a premio c.d. unico, spesso accendendo un secondo finanziamento, oltre a quello già richiesto per il mutuo della casa.

Che significa?

Per capirlo facciamo un parallelo con l’assicurazione dell’auto.

Siamo abituati a pagare l’assicurazione auto anno per anno, giusto? Quindi possiamo dire che sia un pagamento graduale e che segue via via l’utilizzo del bene assicurato. Se io ad esempio possiedo la macchina solo per un anno pagherò l’assicurazione solo per un anno. E quando deciderò di liberarmi della macchina, vendendola, cesserò di pagare l’assicurazione.

La polizza CPI proposta dalla banca, spesso, non funziona così.

Questa, infatti, viene stipulata e pagata anticipatamente per l’intera durata del mutuo.

Quindi se io faccio un mutuo di 30 anni per pagare l’acquisto della casa, anche la polizza vita sarà stipulata per coprire tutti i 30 anni di durata del mutuo. Questo perché la banca esige che la garanzia del pagamento delle rate del mutuo permanga per tutta la durata del mutuo stesso.

La garanzia pertanto può intervenire al secondo anno, se il sinistro avviene al secondo anno, oppure al ventinovesimo anno, se soltanto in quel momento Franco (il mutuatario dell’esempio di prima ) perde il suo posto di lavoro.

Il problema è che l’ente che propone l’assicurazione, che in genere è la stessa banca che eroga il mutuo, pretende il pagamento del premio in un’unica soluzione.

Quindi, tornando all’esempio di prima: se su 100.000 euro di mutuo l’assicurazione la polizza vita costa 10.000 euro, queste non vanno pagate anno per anno nel corso dei trent’anni di durata del mutuo, ma vanno pagate subito, contestualmente all’accensione del mutuo, in un’unica soluzione.

Con l’ovvia conseguenza che la banca a quel punto proporrà, visto l’importo considerevole, un finanziamento anche sul pagamento del premio.

Quindi al mutuo di 100.000 si aggiunge un ulteriore finanziamento di 10.000, che aggravano ulteriormente la situazione debitoria nei confronti della banca.

Simulazione di mutuo + polizza vita

Ecco ora una simulazione giusto per provare a rendere più chiaro i concetti di premio unico e relativo finanziamento aggiuntivo.

# Ipotesi:

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-> Mutuo di € 120.000 della durata di 30 anni a T.A.N. fisso del 2%,

avremmo una rata di 443,54 €/mese con € 39.675,61 di interessi

-> Polizza CPI sul mutuo con premio unico anticipato pari ad € 12.000 che viene finanziata con un finanziamento di pari durata del mutuo (30 anni) al T.A.N. fisso del 3%, avremmo una rata di 50,59 €/mese con € 6.213,29 di interessi

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Ipotizzando di fare una surroga dopo 5 anni dall’accensione del mutuo, avremmo che:

-> in 5 anni avremmo pagato, tra mutuo e finanziamento per la polizza, alla banca € 29.647,80 ed avremmo portato il nostro debito ad € 104.645,23 dagli iniziali € 120.000.

-> avendo estinguo il mutuo, possiamo finalmente recedere la polizza assicurativa e poter richiedere il rimborso del premio non goduto alla assicurazione che ci restituirà poco più di 4000 € e non 10.000 € come ci aspetteremmo, ovvero 5/6 (essendo trascorsi 5 anni sul totale di 30) di 12.000€.

Perchè? Semplice, perchè quando firmiamo il contratto di finanziamento la banca ci fa accettare anche delle simpatiche clausolette di calcolo del premio non goduto tipo questa:

Art. 5 – Estinzione anticipata del Mutuo ovvero del Finanziamento Energia o accollo

In caso di estinzione anticipata dell’intero importo del Mutuo ovvero del Finanziamento Energia o in caso di
accollo, le coperture assicurative rimarranno in vigore ed il beneficiario risulterà l’Assicurato o, per il solo caso di
decesso, il beneficiario da quest’ultimo indicato (la prestazione sarà calcolata in base al piano di ammortamento
iniziale originariamente sottoscritto).
In questi casi, è concessa all’Assicurato facoltà, da esercitarsi entro trenta giorni dalla data di estinzione o
dell’accollo, di recedere dalle Polizze. Qualora ciò avvenga, all’Assicurato sarà rimborsato il rateo di premio
relativo al residuo periodo di assicurazione, al netto dei costi di acquisizione, secondo la formula di seguito
precisata:


R = Px[((N-K-2)(N-K-1))/(N X (N + 1))] x 0,53


Dove:

R: importo da rimborsare
P: premio imponibile anticipato corrisposto
N: durata originaria della copertura assicurativa espressa in mesi interi
K: durata del periodo di copertura assicurativa goduta espressa in mesi interi.

Capito? No? Beh, tranquilli! La formula non l’ho capita neanche io. In ogni caso vi garantisco che l’ho fatta verificare da un professore di matematica che mi ha garantito che il risultato, nell’esempio fatto sopra, è che il rateo residuo sarebbe 4000 € circa. In altri termini la banca tiene la maggior parte del rateo per sè!

Con l’estinzione della polizza  però, il finanziamento sulla stessa non si estingue automaticamente e, quindi, se non vogliamo continuare a pagare 50,59 €/mese dobbiamo estinguere il finanziamento.

Per farlo dobbiamo assicurarci che abbiamo restituito alla banca il capitale residuo. All’anno 5, il capitale residuo è pari ad € 10.668,76.

Questo significa che, per chiudere il finanziamento con la Banca, dopo aver incassato il premio non goduto, dobbiamo sborsare “cash” la differenza tra 4000 e 10.668,76.

In definitiva, solo per la polizza, abbiamo dato alla Banca € 5.204,31 ovvero:

– 60 rate da 50,59 €/mese

– 6.000 € e rotti per estinguere il finanziamento sulla polizza.

Se avessimo, invece, optato per una polizza CPI a premio annuale (costo medio intorno ai 200 €/anno) avremmo invece speso solo 1.000 € senza inutili passaggi e perdite di tempo.

Come si estingue la polizza vita?

  1. Con la Surroga
  2. Con l’estinzione del mutuo (pagamento delle rate residue a scadenza o anticipato)
  3. Con il recesso entro 30gg

Che succede se la polizza si estingue prima della scadenza naturale del muto?

  • Il mutatario ha diritto al rimborso di tutto il premio non goduto, come nell’esempio sopra.

Cosa posso fare se la banca mi ha restituito un importo inferiore al dovuto?

  • ricorso ABF (arbitro bancario e finanziario)
  • causa civile (dopo eventuale esperimento tentativo di conciliazione obbligatorio)

Esempio di richiesta rimborso seguita con successo: ricorso ABF contro polizza vita

Vi riportiamo un caso che abbiamo avuto modo di seguire da vicino.

Un consumatore sottoscriveva una polizza CPI a premio unico anticipato contestualmente al mutuo per l’acquisto della casa. La sottoscrizione della polizza era stata vincolata dalla banca come condizione necessaria per poter erogare il mutuo, anche se formalmente la stessa risultava “facoltativa”. La polizza era a premio unico anticipato di circa 13.000€ (su un mutuo di € 130.000!) e la Banca ha attivato un finanziamento sulla stessa di cui il consumatore si è reso conto solo dopo aver ricevuto il primo report periodico di rimborso rateale. La cosa incredibile è che la Banca collocava polizze di una società del suo stesso gruppo! Guadagnava, insomma, 3 volte: dagli interessi del mutuo, dalla commissione di vendita dell’assicurazione e dagli interessi sul finanziamento dell’assicurazione!

L’unico modo per liberarsi dalla polizza, e quindi poi anche dal finanziamento della stessa, era quello di estinguere il mutuo oppure surrogarlo. Ed è così che, dopo quasi 6 anni, grazie all’operazione di surroga, il consumatore ha potuto chiudere la polizza (ed il relativo finanziamento), anche se ha dovuto sborsare una cifra extra di circa € 3.000 perché, contrariamente a quanto si possa pensare, il rimborso del premio di polizza non goduto non è lineare nel tempo ma è regolato da una complicatissima formula finanziaria, ed è di gran lunga inferiore al capitale residuo del finanziamento della stessa. Per tutelare la sua famiglia, dopo aver estinto la polizza ed il finanziamento “truffaldino” ad essa associato, al momento della surroga il consumatore ha stipulato una nuova polizza CPI a premio annuale scelta ed acquistata liberamente da un operatore indipendente dalle banche (circa 250 €/anno).

Una volta concluso qualsiasi rapporto con la Banca, il consumatore ha inoltrato ricorso in ABF dopo che la Banca ha rifiutato di ascoltare i due reclami ufficiali inviati alla stessa. L’arbitro ha fatto piena luce sulla vicenda, disponendo che la Banca rimborsasse il consumatore dei danni provocati dalla condotta illecita della stessa nel collocare la polizza e relativo finanziamento. Questo ha permesso al consumatore di recuperare la somma che la Banca gli aveva indebitamento sottratto 9 anni prima.

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